Conte invia la lettera all’Ue: “Niente deroghe, ma regole nuove per le nostre economie”

Conte invia la lettera all’Ue: “Niente deroghe, ma regole nuove per le nostre economie”

Conte a Junker:"Non è comprensibile esporre l'Italia al rischio di una nuova procedura di infrazione"

Il premier Giuseppe Conte presa carta e penna, scrive una lettera al presidente Jean Claude Junker e ai 27 Paesi membri dell’Ue, difendendo i nostri conti pubblici e assicurando che la finanza pubblica del Paese è coerente con il rispetto delle regole del Patto di stabilità e crescita per il 2019. Il premier assicurando l’impegno del Governo italiano nel rispettare queste regole, ha sottolineato però la necessità di aprire una fase costituente per ridisegnare appunto le regole e i principi di governo delle società e delle “nostre economie”. Il messaggio che Conte ha voluto inviare all’Ue è stato chiaro e diretto:«Puntando solamente sulla stabilità si rischia la sopravvivenza dell’Europa». «Il Governo per il 2020 intende conseguire un miglioramento del 0,2% nel saldo strutturale di bilancio – si legge nella lettera e si chiarisce che – il Programma di stabilità prevede un aumento delle imposte indirette che sarà pari a 1,3% del Pil , che entrerebbe in vigore nel gennaio 2020» Il premier ha poi chiarito che sulla base delle informazioni più recenti è possibile prevedere per il 2019, un saldo di bilancio sensibilmente migliore rispetto alle previsioni formulate dalla Commissione e dallo stesso Governo italiano nel Programma di stabilità. Conte non entra nei dettagli, rimandando a sedi tecniche il luogo in cui “il Governo fornirà riscontri necessari a comprovare questa valutazione aggiornata”, indicando poi di volersi limitare ad anticipare che la ragione fondamentale di questo andamento positivo dei saldi di bilancio “risiede nella prudenza alla quale sono state ispirate le nostre previsioni per le entrate e le uscite di bilancio”. In buona sostanza Conte sembra fare intendere che i conti dell’Italia sono in ordine perché gli italiani sono stati prudenti nelle previsioni.

Per il 2020 nella lettera inviata dal nostro capo del Governo al presidente della Commissione dell’Ue si chiarisce che:« Il Parlamento ha invitato il Governo a riformare l’imposta sul reddito delle persone fisiche nel rispetto degli obiettivi di riduzione del disavanzo, per il periodo 2020-2022, stabiliti nel Programma di stabilità», non facendo minimamente riferimento alla flat tax che vuole Salvini e sulla quale la maggioranza discute. Nella lettera inviata a Bruxelles viene spigato che l’Italia ha mantenuto per oltre venti anni di seguito un saldo primario largamente in attivo, eccezione fatta nel 2019, e quindi superiore a quello della media nell’eurozona. E ciò significa che al netto della spesa per interessi, tra i Paesi nell’Ue, l’Italia è stata tra quelli più virtuosi. E tuttora l’Italia spende meno di quanto ricava dalle entrate. Il capo del Governo nella sua lettera allora esprime le sue perplessità in merito alla possibile procedura di infrazione ventilata dalla Commissione Europea, contestando infine:«Non è comprensibile esporre l’Italia al rischio di una nuova procedura di infrazione per violazione del debito, a distanza di pochi mesi dalla conclusione di un negoziato molto impegnativo, sulla base di una discutibile valutazione della sua condizione ciclica da parte della Commissione». Nel 2018 l’Italia ha evitato la procedura di infrazione grazie al negoziato a cui fa riferimento nella lettera, modificando il progetto di legge di bilancio. L’opposizione prevede così alla luce di quanto scritto nella lettera dal premier Conte, l’inizio di una stagione di tagli alle spese pubbliche che Zingaretti traduce in:« Si scrive flat tax, si pronuncia con tagli a tutti i servizi pubblici: sanità, scuola, trasporti».

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