Fitch: il Pil italiano calerà del 9,5% nel 2020

Il pil italiano scenderà sotto lo 0% e nell'eurozona non salirà oltre il 4,5%. Brutto segnale per l'economia dei paesi dell'unione europea

Secondo l’agenzia di rating Fitch, la stima del prodotto interno lordo in Italia resta invariata rispetto all’ultima revisione di fine maggio: nel 2020 il Pil italiano subirà una contrazione del 9,5% dovuta alla crisi economica conseguente al prolungato lockdown per il contenimento della pandemia da Covid-19. Nel 2021 è atteso un rialzo del 4,4% e l’anno successivo del 2,1% ma la ripresa e le previsioni di crescita dovranno senz’altro fare i conti con l’eventualità di una seconda ondata di contagi. In base ai dati resi pubblici da Fitch nel Global Economic Outlook, l’economia globale vive attualmente una fase di lenta ripresa dopo aver toccato il fondo lo scorso aprile: il Pil mondiale registrerà una flessione del 4,6% nell’anno in corso per poi risalire del 4,9% nel 2021, mentre l’Eurozona calerà dell’8% quest’anno e segnerà un incremento del 4,5% il prossimo anno. Oltre al crollo del Pil, per il nostro Paese sono decisamente allarmanti anche le stime sul tasso di disoccupazione, che è atteso salire dal 9,9% del 2019 all’11,2% del 2020 fino ad arrivare all’11,6% nel 2021. L’analisi redatta dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), invece, è ancora più pessimista: il Pil nazionale è stimato addirittura a -12,8% nel 2020, anche se nel 2021 avrà un maggior incremento, pari al 6,3%. A preoccupare non poco è anche l’andamento dei conti pubblici. Secondo l’istituto di Washington, che definisce l’emergenza economica provocata dal Coronavirus una crisi “come nessun’altra” e la “peggiore dalla Grande Recessione” del 1929, il rapporto tra deficit e Pil nel nostro Paese risulterà pari al 12,7% quest’anno e al 7% il prossimo, mentre quello tra debito e Pil salirà nel 2020 fino al 166,1% nel 2020 (contro il 155% stimato ad aprile e il 135% dello scorso anno) per poi scendere nel 2021 al 161,9%. Risulta, pertanto, evidente che l’Italia sia uno dei Paesi che abbia più sofferto la crisi economica e sociale provocata dalla diffusione della pandemia, che si è innestata su un sistema già gravato da notevoli criticità in termini di equilibrio delle finanze pubbliche e da una ridotta crescita dell’economia reale dall’avvento della moneta unica europea ad oggi.

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