Incidente lago di Garda: i magistrati di Brescia chiedono l’arresto del tedesco che pilotava il motoscafo
La Procura di Brescia ha trasmesso un mandato di arresto europeo nei confronti di Patrick Alexander Kassen, il turista tedesco che il mese scorso sul lago di Garda ha travolto la barca a bordo della quale si trovavano Greta Nedrotti e Umberto Garzarella, deceduti in seguito all’incidente.
La sera del 19 giugno Umberto e la sua amica Greta, rispettivamente 37 e 25 anni, si trovano a bordo di un gozzo (piccola barca da pesca, ndr) sulle acque di Salò, nel lago di Garda, per assistere al passaggio della Mille Miglia, la storica competizione di auto d’epoca.
A un certo punto un motoscafo urta con violenza la loro barca, Umberto muore sul colpo, mentre Greta cade in acqua e annega. Sull’imbarcazione che li ha speronati ci sono due turisti tedeschi, che tirano avanti come se nulla fosse e rientrano nel porto di Salò, dove vengono ripresi anche dalle telecamere di sicurezza. A bordo c’è Christian Teismann, e al timone il suo amico Patrick Alexander Kassen.
Nel frattempo viene ritrovato il gozzo danneggiato, con a bordo il corpo di Umberto, mentre quello di Greta lo recuperano solo dopo una giornata di ricerche. Ha le gambe amputate, forse a causa dell’impatto con il motoscafo. Partono le indagini che nel giro di poco tempo, grazie alle telecamere di sorveglianza e ai testimoni, portano sule tracce dei due tedeschi. Già il giorno dopo, domenica 20 giugno, Kassen ammette di essere stato lui a pilotare il motoscafo e viene sottoposto al test alcolico, che risulta negativo. Il lunedì successivo i due rientrano infine in Germania.
Ma ci sono ancora molti indizi e dettagli che non convincono gli inquirenti, al punto che ora la Procura di Brescia, guidata da Francesco Prete, ha confermato l’esistenza di elementi tali da dover richiedere un mandato di arresto internazionale nei confronti di Kassen con l’accusa di omicidio colposo e omissione di soccorso (reati di cui è indagato anche il suo amico Teismann), che ora dovrà essere confermato dal Tribunale di Monaco di Baviera. Secondo i giudici ci sono seri rischi di reiterazione del reato e il pericolo di una fuga da parte del ricercato.
Nei giorni scorsi i due tedeschi hanno scritto alle famiglie delle giovani vittime: “Vorremmo esprimere il nostro sincero cordoglio per la scomparsa dei vostri amati. Immediatamente dopo il nostro ritorno in Germania abbiamo acceso due candele e pregato in memoria dei vostri cari. Con l’augurio di trovare la forza per superare questo immenso dolore e poter un giorno tornare a risentire la luce della vita“.
La reazione non è stata positiva “È un testo tardivo e per nulla sincero” ha dichiarato l’avvocato Del Dosso, legale delle famiglie delle due vittime “Si capisce che non è scritto con il cuore ma con la testa. Non è nemmeno firmato dai due signori, ma solo siglato. E ce l’ha fatto pervenire il loro avvocato. Siamo molto perplessi“.
Ancora più amara la reazione dei genitori di Greta in un’intervista al Tg1: “Neanche un animale si comporta così, indescrivibile. Loro sono in Germania e spero che paghino, devono capire lo sbaglio che hanno fatto. Tanto Greta non ce la ridà nessuno. La rabbia è che queste due persone non si sono fermate. Lei magari si sarebbe salvata se si fossero fermati. Se sei in macchina e investi un gatto, ti viene naturale fermarti a vedere cosa hai fatto. E invece loro con due esseri umani non l’hanno fatto. Come ce la immaginiamo? Li pensiamo sdraiati in barca a guardare le stelle, prima della fine. L’unico dato di fatto, però, è che Greta e Umberto sono morti”.
Da parte loro i due manager tedeschi sembra siano all’oscuro del mandato d’arresto europeo. “Non abbiamo ricevuto alcuna notifica. Non sappiamo nulla” ha infatti dichiarato l’avvocato Guido Sola, legale modenese dal quale i due indagati hanno eletto domicilio in Italia.
Ma nelle ultime ore la reazione di condanna si è avvertita anche in Germania, come testimoniano i numerosi commenti sul portale merkur.de, una delle testate online più lette a Monaco e nell’Alta Baviera. “Speriamo ricevano una giusta punizione, con la revoca a vita della patente nautica, il divieto d’ingresso in Italia e la prigione” scrive infatti un certo Ehrliche sui commenti “Per più di 10 anni abbiamo avuto un piccolo appartamento sul lago di Garda, quindi conosciamo questa gente di cui i tedeschi possono solo vergognarsi. Questa è la generazione Mein Schiff, Mein Haus, Mein Porsche, la mia nave, la mia casa, la mia Porsche, che deve ostentare tutto ciò che possiede. Stanno screditando tutti coloro che sul Garda si comportano bene. Gli italiani sono davvero incazzati con i ricchi di Monaco, e fanno bene. Soprattutto perché sono scappati come dei codardi”.
Nel momento in cui scriviamo si aspetta il via libera della Magistratura per organizzare una fiaccolata sul lago in memoria dei due ragazzi, che dovrebbe svolgersi nel giorno dei funerali. “Rimarremo sulle nostre barche, educati, composti e raccolti in un rispettoso silenzio” dicono gli organizzatori “Il canto del lago e il nostro silenzio, per chiedere rispetto: per il nostro lago, per Umberto e Greta, per l’amore che gli portavano. Con il nostro silenzio urleremo tutto il nostro dolore, affinché quanto accaduto possa condurci a una profonda e attenta riflessione”.