Per Salvini i numeri in Parlamento potrebbero cambiare

Per Salvini i numeri in Parlamento potrebbero cambiare

Dopo Conte, anche il Presidente della Camera cerca la sponda del Pd, sostenendo la richiesta di Zingaretti ad interrogare in Aula Salvini sulla vicenda Russiagate

Una realtà difficile e complessa quella odierna nella politica italiana, che non sembra cambiare più nel Belpaese, come del resto la sensazione comune di vivere sempre sotto campagna elettorale. Adesso ci mancava solo il Russiagate e Savoini a guastare un’estate di per sé già anomala e non solo metereologicamente parlando per noi italiani. Ma in Italia funziona così, quando c’è chi raggiunge la cabina di comando, c’è chi è pronto a remare sempre contro, e la conseguenza è che il Paese resta immobile in una situazione di perenne stallo. Dunque, Salvini bersagliato da più fronti, decide ieri di convocare al Viminale i sindacati per iniziare un giro di consultazione in vista della manovra finanziaria. Ribadendo in questo modo che l’agenda di governo è affare suo. A quell’insolito appuntamento era presente anche l’ex-sottosegretario Armando Siri, costretto alle dimissioni qualche mese fa perché indagato.  E inevitabilmente la vicenda fa innescare il polverone all’interno della maggioranza, tra un botta e risposta tra Conte e Salvini e Di Maio. Anche il Pd di Zingaretti con il restante delle opposizioni, si fa sentire e chiede al vicepremier Leghista di riferire sul caso in Parlamento. Così il premier Giuseppe Conte si fa duro nei confronti di Salvini. Ai cronisti che gli chiedono se ritenga opportuno che il vicepremier Leghista riferisca alle Camere sulla vicenda, il premier risponde:« Perché no? Crediamo nella trasparenza nei confronti dei cittadini in ogni sede, in tutte le occasioni, in primis in Parlamento». Sembra finito il tempo in cui Conte agiva da paciere tra M5S e Lega, in veste da ‘avvocato del popolo’ come lui amava definirsi agli inizi del suo mandato, davanti alle telecamere quando era ai più un perfetto sconosciuto. E inizia ad incalzare i suoi vicepremier. Oggi è toccato a Salvini, domani?

Forse sono le ultime ore queste da giocare per gli attori politici in campo, perché da più parti si opina che il vento stia cambiando, prima che in effetti il governo giallo verde cada. Perché il governo prima o poi cadrà, stando in questo modo le cose. E c’è chi parla anche di una plausibile alleanza tra M5S e Pd per tagliare fuori Salvini e la Lega, replicando a livello nazionale l’esperimento di governo già ottenuto a Campobasso, dove adesso figura come primo cittadino, un sindaco di M5S appoggiato dai dem. L’ipotesi che viene ventilata è che sia proprio Conte a divenire il premier di questa eventuale e nuova composizione giallo-rossa.

Conte infatti ha commentato aspramente la riunione organizzata ieri con le parti sociali al Viminale, affermando:« Se oggi qualcuno pensa che non solo si raccolgono istanze da parte delle parti sociali ma si anticipano pure i dettagli di quella che ritiene che debba essere la manovra economica, si entra sul terreno della scorrettezza istituzionale». E come si immaginava da settimane proprio la manovra economica sarà lo scoglio che farà affondare ora il governo giallo-verde. Ma per stare più sicuri, ecco che spunta anche il Russiagate che penalizza Salvini e la Lega in una posizione ancora più scomoda. Salvini nega la conoscenza di Savoini, anche se esistono fotografie dove i due vengono ritratti insieme, e che farebbero pensare proprio a tutto altro da come dichiara il leader leghista. E anche su questo tema, si chiede a Salvini di riferire alle Camere. Tutta una rete che viene costruita ad hoc attorno a chi ora è nella cabina di comando, ancora una volta per immobilizzare chi è dentro, bloccando i circuiti che lì vi sono. Quando  finirà il gioco delle poltrone e si inizierà in Italia a fare veramente politica seria? Sarà sempre troppo tardi.

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