Tik tok, Lucattini: “I bambini confondono realtà e fantasia, vogliono solo giocare e non morire”

Tik tok, Lucattini: “I bambini confondono realtà e fantasia, vogliono solo giocare e non morire”

Dopo la tragedia di Palermo, ecco i consigli della psicoanalista per la gestione casalinga dei social e le regole per i genitori: mai chiavi nelle stanze dei piccoli e uso illimitato di smartphone, pc e tablet tra le mura domestiche

“Non è un fenomeno nuovo: oggi è molto grave per il numero di bambini che si possono raggiungere grazie ai social che moltiplicano enormemente il numero degli incidenti gravi e delle morti”. Così Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista della Società psicoanalitica italiana (Spi) e della International psychoanalytical association (Ipa) dopo la tragedia della bambina di Palermo morta durante una sfida su Tik Tok.
“Da sempre i più piccoli non sanno distinguere la fantasia dalla realtà: in passato cadevano dalla finestra per cercare di volare come Peter Pan o facevano incidenti stradali con le auto del padre per imitare il telefilm di Supercar: in questo modo ne sono morti tantissimi”.
Inoltre, “i bambini non vogliono morire, mai! – spiega Lucattini – Il problema è che non sanno che può succedere, quindi succede per errore”.

“Sarebbe bene che, per fare prevenzione, la scuola insegnasse il coding, con un esperto informatico che in classe mostrasse come viene programmato un tik tok, perché così i bambini  capirebbero che è solo un gioco: ‘Ma allora non è vero!’ è la loro prima reazione”.

“Gli smartphone non sono di per sé pericolosi, ma sono giocattoli e per esempio nei bambini disabili si rivelano molto utili per i processi di riabilitazione” aggiunge la psichiatra. “Anche i genitori devono avere il loro ruolo nel limitare l’uso dei social e farne comprendere ai figli la pericolosità – sottolinea Lucattini – per esempio non dando ai bambini una scheda dati e non permettendo loro di utilizzare internet fuori casa. Potrebbero, invece, munirsi di un servizio wifi e lasciare che i figli ne facciano uso solo quando si trovano in famiglia. In ogni caso, ai bambini non dovrebbe mai essere consentito di chiudersi nella loro stanza e le chiavi andrebbero tolte”.

“Da non dimenticare poi – fa notare l’esperta – che i ragazzi a partire dagli 8-9 anni vorrebbero sempre diventare indipendenti e quindi provano a fare delle cose come i grandi: non perché siano ribelli ma si tratta di uno sviluppo normale del bambino, anche se li espone a pericoli se non sono sorvegliati”.

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