Torino, Salone del Libro al via. Fuori Polacchi ma lui si difende: “E’ un attacco a Salvini. Io non mi piego”

Torino, Salone del Libro al via. Fuori Polacchi ma lui si difende: “E’ un attacco a Salvini. Io non mi piego”

L’editore di Altaforte è stato escluso per le sue frasi fasciste ed ora risulta indagato. “E’ tutta una scusa. Sono stato censurato per il libro intervista a Salvini che fa paura”. Interviene il leader del Carroccio: "Siamo al rogo dei libri"

“Le mie dichiarazioni sono state usate come scusa, sono stato denunciato per un reato di opinione. Sono disponibile a chiarire la mia posizione con la Procura, ma ritengo che la pietra dello scandalo sia il libro Io sono Matteo Salvini – Intervista allo specchio. È un attacco al ministro dell’Interno, che comunque non voglio tirare per il bavero” (la foto è di Ansa). Sono queste le parole infuocate che Francesco Polacchi, coordinatore di Casapound in Lombardia e fondatore della casa editrice Altaforte, ha usato quando ha appreso che era stato ufficialmente escluso dalla 32esima edizione del Salone del Libro di Torino. La partecipazione di Altaforte alla fiera aveva sollevato polemiche e rinunce di scrittori e intellettuali dopo che Polacchi si era proclamato “fascista” per radio, additando l’antifascismo come “il vero male di questo Paese”. Quelle dichiarazioni sono costate all’editore non solo l’esclusione alla manifestazione ma anche un procedimento penale per apologia di fascismo, a seguito di un esposto presentato dal sindaco di Torino e dal presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino.

Ma Polacchi non ci sta e difende il suo diritto di espressione. “Ci è stato revocato come Altaforte Edizioni lo stand che avevamo regolarmente acquistato, questa revoca la reputiamo inaccettabile – ha aggiunto. – Senza dubbio faremo causa, ci stiamo confrontando con i legali per capire chi denunciare, valutiamo anche se coinvolgere Regione e Comune”. Nonostante l’esclusione l’editore si è presentato alla fiera perché nessuno può mettergli il bavaglio e per ribadire che “i libri non devono conoscere censura”. E ha bollato il reato di cui è accusato come “anacronistico”. “Secondo me la censura non è scattata per le mie frasi ma per il libro intervista a Salvini, un libro che sta facendo il boom di vendite e che fa paura”, ha spiegato ancora Polacchi.

Di censura ha parlato anche il vice premier Matteo Salvini durante un comizio a Pesaro, in cui ha criticato “la minoranza di sinistra che si arroga il diritto di decidere chi può fare musica, chi può fare teatro, chi può pubblicare libri. Alle idee si risponde con altre idee, non con la censura. Alla faccia dei compagni e dei democratici, che decidono chi può andare al Salone del Libro e chi non ha diritto ad andarci”. Dello stesso avviso anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che nel suo messaggio al direttore del Salone del Libro Nicola Lagioia ha sottolineato, ricordando Primo Levi, “la necessità di non dimenticare ciò che è avvenuto negli anni della Seconda Guerra Mondiale come tragica conseguenza del disprezzo dei diritti di ogni persona”.

Intanto Polacchi non si ferma ed annuncia per sabato la presentazione proprio a Torino dell’opera sul leader leghista.

 

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