Woody Allen alla Scala per un nuovo “Gianni Schicchi”
L'opera di Giacomo Puccini andrà in scena da domani fino al 19 luglio
Sabato 6 luglio il geniale Woody Allen, scrittore e regista americano con all’attivo ben 51 film, esordirà alla Scala di Milano con il Gianni Schicchi di Giacomo Puccini, breve atto unico comico in scena sino al 19 luglio.
Sembra che il Maestro non abbia mai pensato di dirigere davvero un’opera lirica (aveva immaginato di farlo in diverse sue opere, come il recente To Rome with love) tuttavia per lui, alla veneranda età di 83 anni, è arrivata anche questa occasione.
Per la prima volta (ma sarà anche l’ultima?) nella sua carriera si ritrova quindi a dover abbandonare la cinepresa per dedicarsi a un genere completamente diverso, per altro sempre apprezzato.
A tal riguardo afferma anche di non aver mai avuto veramente il tempo di ascoltare un’opera in musica sino alla fine a causa dei troppi impegni di lavoro, aggiungendo (ironicamente) che spera in una futura messa in scena di tutti i terzi atti ancora da vedere.
Lo spettacolo e i suoi protagonisti
Reduce dalle accese polemiche del #MeToo, che ha rallentato persino l’uscita del suo ultimo film (A rainy day in New York, distribuito in Italia dal 3 ottobre per conto di Lucky Red), Woody Allen sa di essere ancora molto amato in Europa e di poter contare su un pubblico di fedelissimi ammiratori.
Fra questi ultimi ci sono soprattutto i giovani, come gli studenti dell’Accademia alla Scala da lui diretti in questo allestimento: la fondamentale guida del regista, insieme alla presenza del baritono Ambrogio Maestri, contribuiranno al sicuro successo del progetto.
Per la verità non si tratta di un lavoro realizzato appositamente per l’occasione, ma della ripresa di uno spettacolo che Allen firmò alla Los Angeles Opera nel 2008 su insistenza di Placido Domingo, e che da allora è stato più volte proposto in molte sedi prestigiose come il Festival dei Due Mondi di Spoleto.
Questa volta, inoltre, si tratterà di una messa in scena spettacolare, decisamente adeguata al contesto: una produzione che riecheggia il cinema italiano degli anni ’50 vicino a De Sica e a Fellini, ambientata in un contesto che ricorda decisamente la Little Italy degli italiani emigrati a New York (per altro la prima dell’opera avvenne proprio in questa città il 14 dicembre 1918, presso il Metropolitan).
Sopra: una scena dell’opera
Le scene e i costumi sono di Santo Loquasto, mentre il M° Adam Fischer dirigerà l’orchestra che prima sarà impegnata in un nuovo allestimento di Prima la musica e poi le parole di Antonio Salieri, firmato da Grischa Asagaroff.
Il finale a sorpresa e i commenti del regista
Alla fine dell’opera lo scaltro Gianni Schicchi assicura la felicità alla figlia Lauretta e all’amato Rinuccio – nipote di Buoso Donati – ingannando i di lui parenti con un testamento che garantisce la ricchezza alla sua famiglia.
Woody Allen, invece, ha elaborato un finale alternativo che sarà svelato soltanto durante la prima di domani: “Ho avuto un’altra ispirazione: il finale che ho fatto a Los Angeles non lo ripeto qui, perché quando ho visto il palco con gli studenti mi sono emozionato e ho avuto una nuova idea”.
Da sinistra, Grischa Asagaroff, Ádám Fischer, Woody Allen e il sovrintendente Alexander Pereira
Su un eventuale futuro come regista d’opera, invece, afferma: “Non so se ripeterò una esperienza del genere. Gianni Schicchi è divertente, non è molto lungo, è scritto bene. Ha una comicità che funziona. Per fare un altro lavoro del genere dovrei trovare un’opera altrettanto semplice e facile da affrontare”.
Sicuramente anche il prezioso contributo di una platea di giovani quali i ragazzi dell’Accademia alla Scala è stato decisivo per questa ennesima realizzazione del Maestro: Allen sostiene siano stati “fantastici” nell’impegno e la dedizione a lui dimostrati, rappresentando un’ennesima conferma dell’eccellenza italiana valorizzata da un nome straniero.
Buon ascolto e buona visione, dunque, per un Gianni Schicchi che saprà divertire il pubblico almeno quanto il suo regista.